Friday, September 10, 2010

VITA INGORDA, PRENDE IN PAROLA LA TUA SCELTA


Si torna in Italia, un saluto a tutti.


Ho raccontato una storia come si raccontano le storie in bassa frequenza e sorvolando le mille contingenze in un'ottica sorda al rumore di fondo.

Ma vale la pena dare i riferimenti di due realtà che con molti meno soldi delle grandi ONG fanno cose molto più grandi, questi li dovete ascoltare sono realmente in missione.

Orfanotrofio di Fratel Elio.





Scuola, Ospedale e molto altro di Padre John.


INTANTO CRESCE POLVERE SOPRA LO ZAINO


Mi arrivano confuse e distanti dall'Italia notizie poco piacevoli, credo che non terrò le mani giunte in preghiera, terrò le mani libere.

Poi mi guardo intorno e vedo questi incredibili sorrisi tutt'attorno, l'Uganda è un Paese a forma di sorriso, un bellissimo sorriso. Se solo penso alle storie di guerriglia e a tutti gli effetti collaterali che mi hanno raccontato... mi sembra di essere uno preoccupato di annegare in un bicchiere d'acqua.

Poi mi desto e ancora noto che tutt'attorno ho dei sorrisi solari e penso che è proprio vero che sorridere pulisce le pene.


SEMPRE CARO MI FU QUEST'ERMO COLLE


Stiamo risalendo la rift valley ed io sono staccato dagli altri che si son fermati a riposare all'ombra, invece io mi sentivo la salita nelle gambe e son andato avanti spedito.

Il sole è quello tropicale e l'ombra si proietta precisamente sui miei piedi, ad un certo punto non sento più le voci degli altri e alzo gli occhi per guardarmi in giro, ci son solo io.

E' piuttosto suggestivo per me trovarmi solo in quel posto, soprattutto perché per esigenze di viaggio l'intimità è spesso venuta meno. Chiudo gli occhi e immagino di essere un puntino nel centro dell'Africa, non so ben precisamente dove, ma ricordo di un proverbio -credo Americano- che dice così:

if you don't care where you are, then you are not lost
(se non ti interessa dove sei, allora non sei perso)

E mi fa sorridere, e dopo aver sorriso mi fermo anche io alla prima ombra che trovo e bevo un goccio d'acqua.

PIRATA DE AGUA SALADA




Siamo in macchina su di una strada molto dissestata, il forte rumore del mezzo ed il sapore di terra rossa in bocca mi intorpidiscono un poco e mi perdo tra i pensieri, il corpo nella polvere la testa fra le nuvole.

Son proprio contento di aver conosciuto in questo viaggio persone incredibili, alcuni veri e propri pirati d'acqua salata, altri invece pirati d'acqua dolce.

Gli uni son più simili ad avventurieri, i secondi ad ereditieri. Ci sono però ereditieri che si spacciano per avventurieri, a me pare che vivano le 5 di mattina dove il cielo è ancora nero ma implora per diventare rosso, un fiore da sbocciare.


ALBA SARA



Alba Sara, sì, non Alba Chiara.

Sorridente ci aspetta al termine di una fila di quattro palme dal tronco bianco. Alba Chiara è una ragazza del milanese venuta in Uganda dopo aver viaggiato l'Italia e l'America.

Subito appare forte e determinata, ha avviato una scuola per insegnare a ragazze spesso orfane o con genitori malati di AIDS le regole del buon servizio nella ristorazione.

Appare così forte e determinata che con rispetto mi permetto piccole provocazioni, fingendo di mal'interpretare le sue parole, si aprono simpatiche digressioni e piccoli territori inesplorati.

Mi stupisce come sia ben disposta a valutare idee nuove, è per questo che Alba Sara è giovane. Non sono molte le persone che a più di 70 anni prendono in considerazione nuove idee, mentre son troppe le persone che a 30 già non hanno occhi per le nuove vie.

Perciò di Alba Sara ricordo che è una ragazza, una ragazza con le valige.

Ah dimenticavo, ho mangiato un pesciolino eccezionale, tanto buono che racconterò per decenni di averlo mangiato!

MEZZOGIORNO DI CUOCO


mangiamo alla scuola con tutti i docenti per salutarci, come da tre settimane circa mangiamo matoke, cassava, riso e fagioli.

Parlando con la cuoca le dico che da noi, in Italia, non abbiamo le matoke né tantomeno la cassava .. e lei candidamente mi dice: "ma allora cosa mangiate in Italia, solo riso e fagioli?"

Buona domanda.

Saturday, September 4, 2010

RUN MORE FOR A LONG TIME



è buio ormai da due ore quando arriviamo a casa di Ketra, un faretto è acceso nella piccola sala, noi seduti sulle poltrone e le pentole fumanti sul tavolino al centro.

Ketra ci serve senza cenare con noi, solo dopo entrano i figli, la piccola porta tre letterine scritte a mano per noi, la mia inizia così: dear Andrea's friend ...